Articolo a cura di Landoni Alessandro
Introduzione
Lo scorso febbraio le 20 squadre militanti in serie A si sono ritrovate a votare una mozione particolare che avrebbe potuto cambiare radicalmente la forma della prima lega calcistica italiana. In particolare, il provvedimento prevedeva di ridurre il numero di squadre militanti in Serie A da 20 a 18. Ma perché il nostro campionato dovrebbe fare a meno di due compagini, quali sono i benefici, e gli svantaggi, che un cambiamento di queste proporzioni porterebbe, e soprattutto quali sono le posizioni dei club?
La votazione
La mozione, come gli addetti ai lavori immaginavano, è stata ampiamente bocciata, con solamente 4 squadre che hanno espresso un’opinione favorevole: Juventus, Inter, Milan e Roma. Possiamo immediatamente notare come le società a favore siano praticamente le più rinomate del nostro campionato (escludendo Napoli e Lazio) e anche quelle che investono più capitale nei loro progetti. D’altra parte è chiara la bocciatura proveniente dai club meno ambiziosi della lega, che si sono ampiamente distanziati da questo progetto creando una spaccatura netta.
Le motivazioni
Per comprendere meglio le votazioni è necessario contestualizzare la proposta, capendone gli obiettivi e le motivazioni. Riducendo il numero di squadre infatti si riuscirebbe ad alzare il livello medio del campionato, rendendo le partite più competitive e le squadre più attrezzate per eventuali tornei internazionali, ma questo non è tutto; come spesso accade infatti, la motivazione principale che spinge questa proposta è di matrice economica. La riduzione significherebbe infatti dover spartire i ricavi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi con due società in meno. Questo aiuterebbe le grandi squadre, garantendo più capitale per gestire bilanci e mercato, ma allo stesso penalizzerebbe società più modeste che sono solite orbitare nella media/bassa classifica, aumentando il rischio di retrocedere. In luce di tutto ciò i risultati della votazione acquistano un significato più chiaro, con le squadre più ricche e prestigiose che tentano di assicurarsi maggiori introiti, e quelle più modeste che invece lottano per mantenere sicura la loro posizione in Serie A.
Conclusioni: Il futuro della proposta
Nonostante la netta bocciatura giunta dal risultato della votazione, le big del nostro campionato non sembrano pronte ad arrendersi. In particolare Juve, Inter e Milan lamentano un calendario fittissimo, tra competizioni internazionali di club, impegni nazionali per i giocatori e il nuovo mondiale per club da giocare questa estate. Queste squadre vedono nella riduzione un modo per poter disputare meno partite, permettendo ai loro giocatori un riposo breve ma comunque gradito. Se a questa motivazione si aggiunge la prospettiva di maggiori introiti economici è facile capire perché queste squadre non vogliano abbandonare l’idea così facilmente.
Si può dunque concludere che nonostante l’iniziale insuccesso della proposta, la partita per ridurre il numero di squadre in Serie A è ancora apertissima, con la frattura tra big club non destinata ad allargarsi ulteriormente.