News a cura di D’Ambrosio Lorenzo
Procter & Gamble (P&G), gigante statunitense dei beni di largo consumo, ha annunciato un ambizioso piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 7.000 posti di lavoro non manifatturieri a livello globale nei prossimi due anni, pari al 15% della forza lavoro impiegatizia. Il titolo ha registrato un calo dello 0,54% nel premarket.
Obiettivi del piano: efficienza operativa e focalizzazione strategica
Il piano mira a snellire la struttura organizzativa, con ruoli più ampi e team più piccoli, e a semplificare il portafoglio prodotti, abbandonando alcune categorie e dismettendo marchi minori in determinati mercati. L’obiettivo è migliorare l’efficienza operativa e concentrarsi sui brand principali come Pampers, Tide e Old Spice.
Secondo quanto dichiarato dai dirigenti durante una conferenza a Parigi, la ristrutturazione rappresenta un’accelerazione della strategia esistente per affrontare un ambiente competitivo sempre più sfidante e incerto. Il piano comporterà costi compresi tra 1 e 1,6 miliardi di dollari prima delle imposte e sarà avviato nella seconda metà del 2025.
Contesto macroeconomico e sfide globali
La decisione arriva in un contesto di debolezza della domanda dei consumatori, pressioni inflazionistiche e incertezze geopolitiche, accentuate dalle tensioni commerciali e dai dazi imposti dagli Stati Uniti. P&G ha registrato un calo delle vendite del 2% nel primo trimestre fiscale, con ricavi pari a 19,8 miliardi di dollari, al di sotto delle aspettative degli analisti. Di conseguenza, l’azienda ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita organica delle vendite per l’anno fiscale 2025, portandole al 2% rispetto al precedente range del 3-5%.
Per mitigare l’impatto dei costi crescenti e dei dazi, P&G sta valutando aumenti dei prezzi su alcuni prodotti e modifiche alle formulazioni per ottimizzare i costi di produzione.
Ritiro da mercati selezionati
Nell’ambito della ristrutturazione, P&G ha annunciato il ritiro da mercati caratterizzati da condizioni macroeconomiche sfavorevoli, come Nigeria e Argentina, dove l’azienda ha già avviato la liquidazione delle operazioni. Queste uscite comporteranno oneri di ristrutturazione stimati tra 2 e 2,5 miliardi di dollari dopo le imposte, principalmente legati a svalutazioni e perdite su cambi.
Prospettive future
Nonostante le sfide attuali, P&G ha registrato un aumento del 12% dell’utile netto e un incremento del 17% del valore delle azioni negli ultimi tre anni. L’azienda intende continuare a focalizzarsi sui brand principali e a ottimizzare la propria presenza globale per garantire una crescita sostenibile nel lungo termine.