IL PRIMO SCIOPERO DI BORSA ITALIANA SPA

News a cura di Giacomo Rossi

A lanciare il messaggio sono state, con una nota, le organizzazioni sindacali Fabi, First Cisl e Fisac Cgil presenti nel gruppo Borsa Italiana. Ancora non è chiaro, in mancanza di numeri precisi sull’adesione alla mobilitazione, cosa succederà quel giorno sui mercati.

A muovere la mobilitazione, si legge nella nota, è «il costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall’Italia del gruppo Euronext (società francese proprietaria della borsa milanese dal 2021 a seguito di un investimento di c.€4.4B), e lo svuotamento dall’interno delle strutture italiane». E questo nonostante «il ruolo fondamentale di Borsa Italiana come volano per la crescita dell’economia reale».

Ulteriore punto, di importanza non secondaria, è quello che riguarda la governance. I sindacati temono che le società del gruppo Borsa Italiana stiano progressivamente perdendo la loro autonomia in favore della capogruppo. «Notiamo uno spostamento dei ruoli apicali in altre aree geografiche del gruppo Euronext», sottolineano i sindacati, e questo nonostante «la rilevanza nazionale dell’infrastruttura di mercato». A rischio ci sarebbe niente meno che «la tenuta della competitività complessiva del sistema Paese».

Euronext ha affermato di voler collaborare con i sindacati dopo la proclamazione dello sciopero. Tuttavia, rimane il dubbio se la politica debba intervenire per rafforzare la Borsa di Milano. La preoccupazione nasce dalle poche IPO, dalla sottovalutazione delle PMI e dalla competitività complessiva del mercato. Questo scenario solleva questioni sull’efficacia delle attuali misure e sull’eventuale necessità di un sostegno politico per migliorare la situazione.


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