I dazi americani contro l’UE

News a cura di Vittorio Iacovoni

La politica di Trump

L’approccio di Donald Trump agli scambi commerciali internazionali si basa su un forte protezionismo economico, il cui fine è bilanciare il deficit commerciale degli Stati Uniti e incentivare la produzione nazionale.

Allo stesso tempo sfrutta come leva tattica la minaccia di imporre nuove tariffe e dazi, strategia vista anche nello scorso mandato nei confronti dei paesi non alleati.

Mosse e contromosse

Questa volta però, il Tycoon americano ha aumentato le pressioni su quelli che sono gli alleati storici degli USA, tra questi l’UE.

L’ultima mossa dell’amministrazione Trump è stata l’imposizione di dazi del 25% su acciaio e alluminio europei, una misura che entrerà in vigore il 12 marzo 2025. Secondo il presidente USA, queste tariffe sono necessarie per proteggere le industrie americane e ridurre il deficit commerciale con l’UE. Tuttavia, varie fonti affermano che il tutto fa parte di una strategia di ricatti per costringere da una parte l’UE a diminuire la legislazione restrittiva sull’intelligenza artificiale e dall’altra a obbligare i singoli Stati membri ad aumentare il contributo NATO ed il rapporto pil/investimenti in difesa.

Ursula von der Leyen, ha definito i dazi ingiustificati e dannosi per la partnership atlantica. L’UE ha annunciato che sono al vaglio misure di difesa ben proporzionate, tra cui possibili tariffe su prodotti americani come motociclette, bourbon e jeans, colpendo settori chiave dell’economia statunitense, come fatto  durante lo scorso mandato. Ma anche implementando, se necessario, nuove limitazioni e restrizioni al settore tech americano operante nel territorio UE, un mercato di fondamentale importanza e rilievo economico per le big USA.


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