Articolo a cura di Alessandro Landoni
Introduzione
Non è una novità il ritardo infrastrutturale di cui soffre lo sport italiano, soprattutto se paragonato con realtà all’avanguardia: Inghilterra e Germania in primis, ma anche Spagna e Olanda per citarne altre. Questo problema è più che mai rilevante visto l’avvicinarsi degli Europei del 2032, che si svolgeranno tra Italia e Turchia, il nostro paese infatti non è pronto, nonostante le varie proposte e promesse fatte negli ultimi anni.
Euro 2032, mancano gli stadi?
A spiegare la situazione di stallo è stato il dirigente UEFA Michele Uva in una recente intervista, riportata tra gli altri da Calcio e Finanza, queste le sue parole: “Servono 5 stadi a norma per EURO 2032, con progetti già approvati e finanziati. Al momento ce n’è solo uno pronto, lo Stadium di Torino. L’Olimpico di Roma ha bisogno di pochi interventi, mentre la situazione di San Siro è più complicata. È già passato un anno dall’assegnazione e non sono stati fatti grandi passi avanti.”. Insomma, la situazione sembra tutt’altro che rosea, soprattutto considerando che senza adeguati e tempestivi investimenti due piazze importantissime per il nostro paese come Milano e Roma potrebbero essere tagliate fuori dall’evento, questo nonostante le parole dello scorso marzo del ministro dello sport Abodi, riportate da Sky Sport, che assicurava: “Roma, Milano (e Torino) restano un punto fermo”. Da allora, tuttavia, i progressi fatti sono praticamente pari a zero. Tra le altre candidate si annoverano realtà più piccole, in particolare sono state fatte valutazioni sugli stadi di Fiorentina, che ha recentemente rinnovato il proprio impianto sportivo, Cagliari, con il nuovo stadio di proprietà, e Palermo, in piena fase di restyling dopo l’acquisizione da parte del City group. Posizione interessante quella del Maradona di Napoli, che ha bisogno di investimenti, soggetto di un serrato braccio di ferro tra De Laurentiis e il comune della città.
Oltre gli europei, serve colmare il gap
Nonostante gli investimenti siano necessari per EURO 2032, fermarsi alla ristrutturazione di solo qualcuno dei tanti impianti italiani non sembra sufficiente. Lo stesso Uva suona l’allarme: “Non servono solo cinque stadi, però, perché se ci concentriamo solo su quelli, il divario strutturale rischia di allargarsi ulteriormente. Bisognerebbe investire anche nelle realtà medio-piccole, con una politica più lungimirante per gli impianti. In Turchia, negli ultimi anni, sono stati costruiti 13 nuovi stadi, non solo quelli che ospiteranno l’Europeo.”. Tanti degli stadi italiani sono, negli anni, entrati nei cuori degli appassionati, rendendo difficile la prospettiva di abbandonarli completamente. Il progresso, tuttavia, è inevitabile, e il tempo non guarda in faccia a nessuno, impianti come San Siro, o l’Olimpico di Roma, non sono più al passo coi tempi e non possono competere in un’ottica europea, figuriamoci globale. Piccole ristrutturazioni per mantenerli agibili non bastano più ed è il momento di voltare pagina, tenendo un occhio di riguardo anche e soprattutto a realtà più provinciali, nella quale per la verità sono stati fatti degli importanti passi avanti, basti pensare a impianti come quello del Monza, dell’Atalanta e dell’Udinese.
Conclusioni
Non è un’esagerazione affermare che l’Italia, ad oggi, si trova in grave ritardo per quanto riguarda le infrastrutture calcistiche (e non solo). Gli investimenti che saranno necessari dopo l’assegnazione di EURO 2032 sono un inizio, ma non basteranno a riportarci al pari di nazioni che vantano impianti modernissimi, come la Germania che ha potuto ospitare partite importanti degli Europei di quest’anno in impianti di squadre di seconda divisione, come l’Amburgo. Al momento è necessaria come non mai una vera e propria rivoluzione, un cambio di passo e mentalità che possa riportarci a vantare alcuni degli impianti migliori in circolazione.
Fonti
Calcio e Finanza: https://www.calcioefinanza.it/2024/09/13/stadi-italia-euro-2032-situazione/?refresh_ce
Sky Sport: Europei 2032, Abodi: ‘Mancano due stadi. Li decideremo nel 2026’ | Sky Sport