News a cura di Elisabetta Valentina Salvi @elisabetta.salvi
A marzo 2025, Poste Italiane era diventato il primo azionista di TIM, acquistando così il 15% delle azioni da Vivendi, accumulando il 24,81%. In quel periodo era stato specificato che Poste non avrebbe tuttavia superato il 25%, soglia che avrebbe innescato l’obbligo di Opa.
Da pochi giorni la collaborazione tra i due gruppi ha raggiunto un nuovo traguardo, firmando un memorandum d’intesa per la creazione di una joint venture strategica focalizzata sui servizi cloud di nuova generazione e sull’intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo è creare il più grande hub italiano per data center e IA, con TIM che detiene il 51% e Poste il 49%.
Questa joint venture rappresenta la prima iniziativa congiunta dopo l’ingresso di Poste come primo azionista di TIM. Oltre a lanciare TIM Energia powered by Poste Italiane, il gruppo telefonico ha iniziato a vendere anche servizi luce e gas di Poste. La migrazione di PosteMobile sulla rete TIM è prevista per il primo trimestre del 2026, segnando un debutto sul mercato corporate e contribuendo al piano di alleanze industriali per rafforzare la filiera tecnologica italiana e sostenere la sovranità digitale del Paese.
La joint venture intende consolidare il ruolo di TIM e Poste come leader nella digitalizzazione, migliorando l’integrazione dei sistemi e accelerando lo sviluppo di soluzioni basate su cloud e IA open source. Questa mossa è strategica per Pietro Labriola, che punta a rafforzare TIM Enterprise come principale piattaforma ICT nazionale. In questo modo, si prevede un significativo impulso alla competitività delle aziende italiane nel contesto globale.
