News a cura di @martinaeguagliaa
La scorsa settimana l’attenzione del mercato mondiale è stata catturata dall’aumento dell’oro
spot, arrivando ad un nuovo massimo storico di 3.970, 82 dollari proprio martedì 23
settembre. Si tratta di un trend in corso ormai da settimane, nelle quali il metallo ha
guadagnato circa il 10%, e che ne ribadisce l’importanza come bene rifugio in un periodo di
incertezza globale.
La notizia è arrivata a seguito del taglio dei tassi Fed di 25 punti base, motivato dai rischi sul mercato del lavoro e accompagnato dall’indicazione di ulteriori allentamenti futuri. Questo perché tassi più bassi favoriscono i metalli, specie l’oro, in quanto attività non fruttifera, riducendo il costo opportunità dell’investimento. Lo scorso lunedì, infatti, sia il platino che l’argento hanno registrato rispettivamente aumenti dello 0,8% e dell’1,3%. A contribuire è anche la debolezza attuale del dollaro, alimentata dai dazi e dalle performance economiche americane.
Il metallo giallo continua a confermare le ipotesi di chi lo considera il bene rifugio per
eccellenza, e sono numerose le banche a considerarlo fondamentale nelle proprie strategie di portafogli: Morgan Stanley ha proposto di recente la formula 60/20/20, che include un 20% di oro, contro la precedente 60/20 che si diversificava solamente in azioni e obbligazioni.
I dati di oggi dimostrano che l’instabilità del mercato continua a spingere gli investitori verso la sicurezza dei beni rifugio, mentre la domanda delle banche resta elevata. A dare il colpo decisivo sarà nuovamente la Federal Reserve, che deciderà se procedere con ulteriori tassi così da rendere ancora più attrattivo il metallo agli occhi del pubblico finanziario. In attesa delle prossime dichiarazioni, i mercati restano cauti.