Manovra 2026: il governo punta su banche e assicurazioni per finanziare i tagli fiscali

Articolo a cura di Aya Darouiche ig: drcsaya

Introduzione – Una manovra “di equilibrio” tra tasse e conti pubblici

L’Italia si prepara a una delle manovre economiche più delicate degli ultimi anni. Il governo ha deciso di chiedere uno sforzo straordinario al settore finanziario. L’obiettivo è ambizioso: reperire 11 miliardi di euro da banche e assicurazioni nel triennio 2025-2027 per finanziare tagli fiscali e misure a favore del lavoro. È una scelta che mira a coniugare equità sociale e rigore di bilancio, ma che allo stesso momento apre un fronte di tensione con il mondo del credito e gli osservatori internazionali.

La strategia del governo: più risorse per tagliare le tasse

Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il piano prevede una contribuzione straordinaria legata agli utili record realizzati dal comparto bancario e assicurativo.

Le risorse raccolte finanzieranno:

  • la riduzione dell’IRPEF per i redditi medi (aliquota dal 35% al 33%);
  • il prolungamento del taglio del cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti;
  • nuovi incentivi per le imprese che investono in occupazione stabile.

Fonti governative precisano che non si tratta di una patrimoniale mascherata, ma di un “contributo di equità” in un momento di pressione sui bilanci familiari. «Chi ha tratto vantaggio da anni di margini eccezionali può contribuire alla crescita del Paese», ha dichiarato un funzionario del Tesoro.

Il malcontento del settore finanziario

Le reazioni non si sono fatte attendere. L’ABI e l’ANIA hanno espresso forte preoccupazione per l’impatto del provvedimento, temendo che la manovra possa ridurre la capacità di credito del sistema finanziario.

Molti istituti ritengono che l’eventuale prelievo possa essere trasferito indirettamente sui clienti, attraverso tassi più alti o minori margini di finanziamento.

Un dirigente bancario, che ha preferito restare anonimo, ha commentato: «Un prelievo straordinario sulle banche rischia di frenare gli investimenti proprio mentre l’economia mostra segnali di rallentamento».

 Il governo ha annunciato tavoli di confronto con le principali associazioni di categoria, ma si preannuncia un’iniziariva complessa.

Le reazioni dei mercati e dell’Europa

I mercati hanno accolto la notizia con prudenza. Le azioni delle principali banche italiane hanno registrato leggere flessioni, ma gli analisti ritengono che la misura, se limitata nel tempo, potrebbe essere sostenibile.

Da Bruxelles arriva una cauta apertura: la Commissione Europea, nell’ambito della nuova governance economica, riconosce maggiore flessibilità ai Paesi che presentano piani credibili di riduzione del debito. Tuttavia, l’esecutivo comunitario valuterà con attenzione l’effettiva sostenibilità del piano e l’impatto sui conti pubblici.

Tra promesse e sfide: la credibilità del piano fiscale

Il governo affronta dunque una sfida complessa: tagliare le tasse senza sforare i vincoli europei. Il successo della manovra dipenderà da tre fattori chiave:

  1. la tempistica dell’attuazione del prelievo e dei tagli fiscali;
  2. la reazione del sistema bancario e la sua capacità di assorbire l’impatto;
  3. la credibilità del piano agli occhi dei mercati e delle istituzioni europee.

In un contesto economico segnato da tassi elevati, inflazione instabile e incertezze globali, il governo punta a un difficile equilibrio: finanziare il sollievo fiscale per famiglie e imprese senza compromettere la stabilità finanziaria del Paese.


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