Articolo a cura di Darouiche
Introduzione
La Commissione europea ha annunciato l’obiettivo di mobilitare oltre 400 miliardi di euro
entro il 2027 nell’ambito del programma Global Gateway, il principale strumento di
investimento internazionale dell’Unione. L’iniziativa mira a rafforzare la presenza geopolitica
ed economica dell’Europa nel mondo, con un piano di progetti che spazia da infrastrutture
sostenibili a energia pulita, ricerca e tecnologie digitali, soprattutto nei paesi del
cosiddetto “Global South”.
Un pilastro della strategia europea globale
Il Global Gateway è nato nel 2021 come risposta europea alla “Belt and Road Initiative”
cinese, con l’intento di proporre ai paesi partner un modello alternativo di cooperazione
economica, fondato su trasparenza, sostenibilità e rispetto degli standard ambientali e
sociali.
Con l’annuncio di Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione, Bruxelles punta
ora a raddoppiare la portata finanziaria del programma: dai circa 300 miliardi inizialmente
previsti, si passa a oltre 400 miliardi di euro di investimenti totali.
Energia, connettività e digitale al centro
I nuovi fondi saranno destinati in gran parte a progetti energetici strategici – tra cui
interconnessioni elettriche e gasdotti green, e a reti digitali sicure nei paesi dell’Africa,
dell’Asia e dell’America Latina.
Obiettivo: garantire autonomia energetica, ridurre la dipendenza dalle materie prime
critiche e promuovere una transizione verde condivisa.
Tra i progetti già in corso figurano:
- il cavo sottomarino Medusa, che collegherà l’Europa e il Nord Africa con una dorsale in fibra ottica;
- il Green Hydrogen Corridor tra Marocco e Spagna, volto a sviluppare la produzione e il trasporto di idrogeno rinnovabile;
- un programma di digitalizzazione delle scuole e dei servizi sanitari in oltre 30 paesi africani.
Cooperazione con il settore privato
Un elemento centrale del Global Gateway è il coinvolgimento del settore privato europeo.
Circa il 45 % dei finanziamenti dovrebbe provenire da fondi e garanzie della Banca
europea per gli investimenti (BEI) e della Banca europea per la ricostruzione e lo
sviluppo (BERS), mentre il resto sarà coperto da contributi diretti dell’UE e degli Stati
membri.
Per stimolare la partecipazione delle imprese europee, la Commissione sta lavorando a un
meccanismo di “de-risking”, volto a ridurre i rischi politici e di cambio per le aziende che
investono nei paesi partner.
L’obiettivo politico: autonomia strategica e soft power
Dietro l’ambizione economica si muove una chiara strategia geopolitica.
Il Global Gateway rappresenta una risposta europea alla crescente competizione
globale con Cina, Stati Uniti e altri attori emergenti. Bruxelles punta a rafforzare la propria
autonomia strategica e ad aumentare la capacità di influenza (“soft power”) nei
confronti dei paesi in via di sviluppo, offrendo un modello di sviluppo basato su regole,
standard e trasparenza.
Sfide e prospettive
Non mancano tuttavia le difficoltà. Alcuni osservatori sottolineano che, finora, la capacità di
attuazione concreta dei progetti è rimasta inferiore alle aspettative: lentezze burocratiche,
mancanza di coordinamento tra Stati membri e complessità nella mobilitazione dei fondi.
Inoltre, la competizione con la Cina e gli Stati Uniti in campo infrastrutturale e tecnologico
resta molto intensa.
Ciononostante, il Global Gateway si presenta oggi come una delle colonne portanti della
politica estera ed economica dell’UE.
La sua riuscita potrebbe non solo rafforzare la posizione internazionale dell’Europa, ma
anche creare nuove opportunità industriali e occupazionali per le imprese europee Italia
inclusa in settori chiave come energia, costruzioni, digitale e innovazione tecnologica.
IG: drcsaya
