News a cura di Elisabetta Valentina Salvi
La Banca Centrale Europea ha tagliato per l’ottava volta il costo del denaro, riducendo i tassi di riferimento di 25 punti base. A partire dall’11 giugno 2025, il tasso sui depositi presso la banca centrale scenderà al 2%, mentre quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali e marginali si attestano rispettivamente al 2,15% e al 2,40%. La decisione, approvata con un solo voto contrario, potrebbe segnare la fine della fase di contrasto all’inflazione, come indicano le nuove proiezioni macroeconomiche trimestrali.
Secondo alcuni analisti, questo potrebbe essere l’ultimo taglio in questa fase economica, dato che il tasso reale si avvicina a zero, se non addirittura a valori negativi. Tuttavia, non tutti concordano: l’economia europea sembra favorire la prosecuzione della politica di riduzione dei tassi, anche in considerazione del calo dell’inflazione, che a maggio ha toccato l’1,9%, il livello più basso da giugno 2021.
Contestualmente, la BCE ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione rispetto alle stime di marzo, ora attesa al 2% nel 2025, in calo all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Questi aggiornamenti riflettono principalmente la flessione dei prezzi dell’energia e il rafforzamento dell’euro.
Sul fronte della crescita, la BCE ha confermato le stime per il 2025 allo 0,9%, in linea con le previsioni di marzo, grazie a un primo trimestre più dinamico del previsto. Per il 2026, la crescita è stata leggermente rivista al ribasso, passando dall’1,2% previsto a dicembre all’1,1%, mentre per il 2027 resta invariata all’1,3%. Il Consiglio direttivo dell’istituto avverte che un possibile aumento delle tensioni commerciali nei prossimi mesi potrebbe influire negativamente su crescita e inflazione. Viceversa, esiti favorevoli nei negoziati in corso potrebbero favorire un quadro economico più stabile.
Guardando ai prossimi mesi, gli investitori si aspettano un ulteriore taglio dei tassi, che potrebbe scendere all’1,75% nelle riunioni di settembre o ottobre. Questa prospettiva è supportata dai dati economici più recenti: l’OCSE ha abbassato la stima di crescita dell’Eurozona per il 2025 all’1%, mentre l’indice PMI tedesco, che anticipa le tendenze del PIL, è sceso da 50,1 ad aprile a 48,5 a maggio. La situazione appare più favorevole in Spagna e Italia, dove il PMI servizi è salito a 53,2, a fronte di un calo della manifattura. Secondo Confindustria, le imprese manifestano un atteggiamento meno pessimista, con aspettative in lieve miglioramento. Intanto, lo spread BTP-Bund è calato a 96, segnando il livello più basso dall’inizio del 2021.