Articolo a cura di Alessandro Landoni
Introduzione
Il campionato regolare di Serie B si è concluso da qualche settimana, tra risultati prevedibili e non; oltre alla rimonta che ha portato la Sampdoria in zona playoff e all’aritmetica promozione del Parma, primo della classe per l’intera durata del campionato, ha fatto parlare di sé anche il Como, che dopo un’incredibile cavalcata nel girone di ritorno si è ritrovato a staccare un pass diretto per la prossima Serie A. I comaschi, che hanno accolto a stagione in corso niente di meno che Cesc Fàbregas come nuovo allenatore (anche se non ufficialmente causa mancanza patentino), godono da qualche stagione della proprietà più ricca dell’intero calcio italiano e di una struttura societaria solidissima, puntellata da personalità del calibro di Thierry Henry tra gli altri. Alcune delle dichiarazioni dell’allenatore spagnolo dopo la promozione hanno particolarmente fomentato i tifosi, in particolare quelle riguardanti il progetto tecnico, definito “ambizioso e in continua crescita”, con l’obiettivo di “vedere il Como nell’élite del calcio globale in 4/5 anni”. Insomma Fàbregas sembra crederci, così come la piazza, ma saranno fondate queste affermazioni? Riuscirà davvero una provinciale a passare dalla Serie D alla Champions League in poco più di dieci anni?
La proprietà più ricca d’Italia
Dopo il fallimento del 2017 la squadra è costretta a ripartire dalla quarta categoria italiana, ed è in questo contesto di instabilità che, nel 2019, il Como viene acquistato dalla SENT Entertainment, di proprietà dei fratelli Hartono, Robert e Michael, nativi dell’Indonesia, che figurano come numeri 71 e 76 nella lista stilata da Forbes degli uomini più ricchi del mondo. I copresidenti della squadra comasca devono il loro successo principalmente alla società Djarum, uno dei principali produttori di tabacco a livello mondiale, e ai loro svariati investimenti in settori particolarmente prolifici, tra i quali la finanza e l’immobiliare. I due imprenditori Indonesiani non solo formano congiuntamente la proprietà più ricca del calcio italiano – primato che manterrebbero anche se presi singolarmente – ma la somma dei loro patrimoni li qualifica al secondo posto nella classifica dei proprietari più ricchi di squadre calcistiche europee. Rendiamo un’idea migliore della loro potenza economica con qualche numero: Rocco Commisso per esempio, proprietario della Fiorentina e secondo presidente più ricco del nostro campionato, possiede un patrimonio di 8 miliardi di euro, cifra da capogiro, che si restringe tuttavia quando comparata ai possedimenti dei fratelli Hartono, che arrivano a toccare i 47 miliardi, ridimensionando notevolmente la fortuna del numero uno dei viola, ma non solo, se si considera per esempio che il presidente di una squadra blasonata come la Juventus vanta un patrimonio di “soli” 2,6 miliardi di euro.
Dinamicità del progetto e tanta voglia di investire
Avere proprietari facoltosi sicuramente aiuta a diventare una società di spicco; tuttavia, non è l’unico elemento da prendere in considerazione: volontà di investire, progetto chiaro e ambizioso e guida tecnica di livello sono tutti ingredienti imprescindibili per il successo di una società sportiva. Il Como, a giudicare dalle ultime stagioni, sembra possederli tutti; la già citata presenza di Fàbregas in panchina fornisce credibilità al progetto, così come gli acquisti portati a termine nelle ultime sessioni di mercato, tra i quali citiamo Edoardo Goldaniga, difensore trentenne con ampia esperienza sia in Serie A che in B, Simone Verdi, trequartista ex Torino, che ha ampiamente dimostrato le sue capacità nella massima lega nazionale e Gabriel Strefezza, strappato al Lecce in prestito nella finestra di Gennaio per aiutare la squadra a raggiungere la promozione. I fratelli Hartono, insomma, non solo hanno tasche profonde, ma sembrano anche più che disposti a investire somme importanti per finanziare un progetto curato da menti calcistiche eccelse. A ulteriore conferma di ciò la loro espressa volontà di regalare una nuova casa ai tifosi comaschi, visti i limiti dell’attuale stadio Giuseppe Sinigaglia, che dispone di appena 9.000 posti.
Conclusioni
Nonostante le affermazioni di Fàbregas sembrino esagerate, analizzando la posizione del Como si riesce a giungere a un quadro interessante e ottimistico per il futuro. Gli esempi di provinciali salite alla ribalta, anche in Europa, negli ultimi anni non mancano, in primis l’Atalanta, ma anche il Bologna o addirittura il Monza dimostrano che il salto è possibile, pur se complicato. Quello che continua a far storcere il naso, molto più dell’obiettivo, è il lasso di tempo nel quale lo si vorrebbe raggiungere, è difficile infatti immaginare una crescita talmente esponenziale da poter portare una neopromossa nell’Europa che conta in appena quattro stagioni. Detto questo gli ingenti fondi a disposizione della presidenza e la presenza nel progetto di personalità di assoluto spicco del mondo calcistico fanno del Como un unicum del calcio italiano, oltre che una grande candidata per la salvezza nella prossima stagione e, chi lo sa, magari anche ad un posto Champions nel futuro prossimo.
FONTI:
https://forbes.it/ https://comofootball.com/ https://www.transfermarkt.it/