Americano o europeo, qual è il modello sportivo migliore?

Articolo a cura di Landoni Alessandro

Introduzione

I due modelli sportivi più rinomati e di successo al mondo sono indubbiamente quello americano e quello europeo, per numeri, risultati e appeal. Questi due sistemi, tuttavia non potrebbero essere strutturati e gestiti in maniera più differente. In questo articolo esploreremo le differenze tra i due modelli e proveremo a dare un giudizio complessivo sulla loro efficacia.

Modelli a confronto

Per analizzare questi sistemi è importante capire innanzitutto cosa li spinge, quali sono gli obiettivi che cercano di raggiungere. Il modello americano si concentra sull’intrattenimento, l’obiettivo è quello di trasformare ogni evento e partita in un vero e proprio spettacolo, massimizzando i profitti. Spostandoci in Europa invece, molta più enfasi viene riservata alla creazione di una cultura sportiva di successo, il gioco in sé viene messo, almeno in teoria, al primo posto, così da offrire ai tifosi un’esperienza appagante al cento per cento sul piano sportivo. Questa differenza è abbastanza lampante se confrontiamo la gestione del regolamento cestistico nei due modelli: se in NBA, la National Basketball Association americana, il regolamento viene spesso trascurato o messo in secondo piano a favore di un gioco più spettacolare, basti pensare alle varie infrazioni di passi e cariche non fischiate regolarmente, in Eurolega il regolamento rimane una religione da seguire alla lettera. Il risultato di questi due approcci differenti sono altrettanti prodotti che possono sembrare simili, ma presentano differenze abissali, il basket americano è veloce, dinamico e semplicemente spettacolare; in Europa invece la tattica la fa da padrona e il prodotto offerto è gradito più dai puristi del basket che dal grande pubblico.

Differenze strutturali, dagli sponsor alle academies

Ora che abbiamo chiarito cosa smuove le due macchine da soldi che sono questi sistemi sportivi, mi sembra opportuno concentrarci su altre differenze, questa volta più strutturali che ideali. Quella che salta più all’occhio, almeno secondo il mio pensiero, è la gestione dei settori giovanili; in Europa le varie società sportive coltivano un settore giovanile con la speranza di crescere nuovi talenti da inserire poi in prima squadra, questo comporta l’obbligo, anche per società incredibilmente rinomate, di mantenere molto del loro focus sul settore giovanile che, come ci è stato dimostrato in questi anni da alcune società italiane, Atalanta e Juventus su tutte, può regalare grandi gioie se gestito correttamente. La distanza con il modello americano è tanta, qui infatti i giovani crescono giocando nelle squadre delle loro scuole, partendo dalle elementari e arrivando fino all’università. Una funzione importantissima in questo modello è quella delle borse di studio. Non è un segreto che le scuole e le università americane siano parecchio costose, basket, football, hockey e altri sport diventano così un mezzo tramite il quale ottenere borse di studio per istituti prestigiosi, legando inscindibilmente sport ed educazione. A causa di questo, i giocatori più promettenti riescono ad ottenere già da molto giovani un’immensa attenzione mediatica, facilmente traducibile in sponsor e collaborazioni. Questa fama viene poi elevata esponenzialmente, e sfruttata al meglio, nel momento di passaggio al professionismo: prendendo come esempio sempre l’NBA, al momento sono 27 i modelli di “signature shoe”, questo espediente dona ad uno specifico giocatore, con un importante reach mediatico, una linea di scarpe ad hoc con il proprio logo unico, da vendere ai milioni di fans. Ultima differenza degna di nota che toccheremo in questo articolo riguarda il sistema di trasferimenti, in Europa i giocatori possono essere scambiati, ma vengono principalmente acquistati e venduti a fronte di esborso cash. In America invece le squadre si costruiscono e ritoccano solo tramite scambi o scelte nei vari draft, che permettono, in base a un sistema meritocratico, di scegliere quali giocatori universitari acquisire.

Conclusioni

Rimane molto difficile valutare quale di questi due sistemi sia effettivamente il migliore. Entrambi eccellono in cose diverse, se il modello americano è esperto nel massimizzare i profitti, quello europeo tiene più a cuore le volontà e i bisogni dei tifosi; questo non solo si riflette sui prezzi dei biglietti, che in America sono mediamente più alti, ma anche nella colonna dei ricavi in generale per le società e leghe stesse. Un esempio che riassume alla perfezione quanto detto finora è il paragone tra Mondiali di calcio e Super Bowl, se il primo è l’evento sportivo più seguito al mondo, il secondo riesce a generare comunque circa il doppio in fatturato, grazie alla migliore gestione di sponsor e streaming, confermando ancora una volta come gli americani siano dei geni del marketing sportivo.


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