TIM, Il crollo in Borsa

News a cura di Giacomo Rossi

Telecom Italia sta vivendo sedute durissime in Piazza Affari. Alle 10 di mattina di lunedì 11 marzo, dopo un avvio moderatamente positivo, il titolo è finito in caduta libera per perdere in un’ora dieci punti percentuali e precipitare fino a un minimo di 20 centesimi. Intensi gli scambi che hanno interessato il 7,6% del capitale ordinario, portando i volumi trattati nelle sedute di giovedì, venerdì e lunedì a oltre il 30% del capitale.

Il problema è che, nell’attuale configurazione, Tim continua a bruciare cassa e il debito continua ad aumentare. Se la cessione della rete a Netco si realizzerà entro l’estate, comunque l’esercizio in corso vedrà l’indebitamento netto after-lease aumentare a 7,5 miliardi rispetto ai 6,1 miliardi del pro-forma senza rete del 2023.

Una delle due slide, aggiunta alla presentazione del Capital Market Day del 7 marzo, fornisce i dati di raccordo. Gli oneri finanziari sono stimati per il 2024 in 1,1 miliardi, di cui il 20% relativi a Tim Brasil e il 65% caricati sul primo semestre. Costi di separazione dalla rete e possibili aggiustamenti di prezzo potrebbero incidere per altri 400 milioni.

Nonostante il CEO di Tim, Pietro Labriola, abbia comprato 500mila azioni a 20,36 centesimi il mercato continua a giudicare negativamente l’operato della società. Nel 2025 non è prevista ancora generazione di cassa, che dovrebbe salire invece a 0,5 miliardi nel 2026. Tuttavia, spiega il comunicato Tim, i livelli di cash-flow potrebbero salire a 0,4 miliardi nel 2025 e 0,8 miliardi nel 2026, se “normalizzati”.


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